Descrizione
Da tre secoli una presenza nel cuore della città
Dal 1726 Palazzo Chigi Zondadari, con le sue linee architettoniche in stile barocco romano, è divenuto uno dei punti di riferimento nel meraviglioso scenario del centro di Siena.
Uno dei più grandi edifici della città la cui unicità consiste nel cortile interno a pianta regolare a cui si accede da due maestosi ingressi, l’uno posto in Banchi di Sotto e l’altro sul Chiasso Largo. La costruzione del palazzo si differenzia notevolmente da tutte le altre che si affacciano nella maggiore piazza della città dato che non si conforma allo stile gotico trecentesco, si caratterizza infatti da una struttura semplice e dalle facciate in stile barocco romano, e dal grande balcone posto al piano nobile. All’interno del palazzo è possibile ammirare alcune sale al piano nobile affrescate da Marco Benefial, Placido Costanzi e Giuseppe Colignon. Vi sono anche tempere su tela, con vedute architettoniche, sul gusto dei Bibbiena e di Giovanni Battista Marchetti detto il Pianpianino. Il Palazzo, inoltre, conserva dentro le sue mura anche la ricchissima collezione Chigi Zondadari. Il Palazzo Chigi-Zondadari, in origine Palazzo Mezzolombardi-Rinaldini (Maconi), uno dei palazzi più grandi, emblematici e rappresentativi della città, si affaccia su Piazza del Campo, all’angolo tra via Rinaldini (il Chiasso Largo) e la Piazza stessa.
La costruzione del palazzo, comportò non pochi problemi, dato che con la sua mole non doveva disturbare la fisionomia delle altre costruzioni (ricordiamo che tutti gli edifici di epoca trecentesca che si affacciano come quinte teatrali su piazza del Campo seguivano una precisa disposizione stabilita nel 1297). L’ architetto ha dovuto rispettare i vincoli degli edifici della piazza. Il risultato raggiunto è tale che il palazzo è sì di grosse dimensioni ma dalla struttura semplice, ponendosi perfettamente accanto a Palazzo Sansedoni e di fianco a Palazzo Piccolomini.
In origine formato da quattro case, il palazzo venne trasformato totalmente per volontà di Giuseppe Flavio Chigi Zondadari (anticamente Zendadari, cioè mercanti di stoffe di seta detti zendadi), lo studio del progetto del palazzo spetta all’architetto romano Antonio Valeri, secondo fonti storiche, nel gennaio del 1724 furono poste le prime fondamenta e intorno all’ottobre del 1726 si era già a metà dell’opera, ma nella direzione dei lavori compare un nuovo architetto, un certo Pietro Hustini, sulla cui origine romana alcuni storici hanno molti dubbi: tra le ipotesi, si pensa forse ad un francese recatosi a Roma per studiare questa arte e lì rimasto perché affascinato da essa. Per questo motivo, la linea, le forme e l’architettura del palazzo richiamano i modelli romani del Settecento.
Un edificio con tre secoli di storia che vuole tornare ad essere protagonista della vita sociale della città, capace di costruire relazioni ed esperienze ricche di significati, tra il passato, la contemporaneità e il futuro.